"Il patriottismo è l'ultimo rifugio dei mascalzoni"
Samuel Johnson


domenica 15 marzo 2015

SALVINI DA ESPELLERE: LO DICE LO STATUTO DELLA LEGA

E’ di questi giorni la querelle tra il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini e quello della Liga Veneta, Tosi, in merito alla composizione delle prossime liste elettorali per le imminenti elezioni nella Regione Veneto. Una disputa che si è giocata mediaticamente frapponendo l’uno all’altro le regole dello Statuto del partito; nella realtà tutta questa contesa nasconde, anche malamente, le reali intenzioni di potere e carriera politica dei due contendenti.
L’ha spuntata Salvini, non tanto perchè avesse più ragioni del suo contendente, quanto perché è il più alto in grado dei due, e alla fine la pletora di dirigenti e “tirapiedi” di medio e alto livello nel partito hanno preso posizione a favore del più forte, di colui che gli può far fare una migliore carriera politica: l’attuale segretario federale della Lega Nord.
Ma più che occuparmi della vicenda che ha interessato i due, voglio soffermarmi sulla figura di Matteo Salvini e sul ruolo politico del partito Lega Nord per l’Indipendenza della Padania.
Sì, perché se poco più di un anno fa il partito era accreditato al 3% a livello nazionale e solo dopo pochi mesi di dirigenza Salvini si è attestato al 6% alle scorse elezioni Europee, ora i sondaggi vedono veleggiare la Lega ben oltre il 15% a livello nazionale e puntare persino al 20%.
Un successo si dirà. Neanche per sogno, anzi, è un fallimento!
Un partito dovrebbe (il condizionale è d’obbligo, vista la degenerazione di questi apparati negli ultimi decenni!) aggregare simpatizzanti, militanti ed elettori attorno a idee economico-sociali e identità socio-culturali, tali poi da caratterizzare in maniera precisa l’azione politica negli apparati amministrativi e burocratici. E se un partito è denominato Lega Nord per l’Indipendenza della Padania dovrebbe esprimere un’azione politica volta a ricercare pervicacemente l’indipendenza della Padania, sganciando una parte dell’attuale territorio italiano per costituire qualcosa di nuovo e di altro rispetto all’Italia.
Tanto più che l’art.1dello Statuto del partito recita che “il Movimento…ha per finalità il conseguimento dell’Indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana”.
Ora, alla luce di quanto scritto, come si colloca l’azione politica del leader Matteo Salvini? E’ in linea con l’art. 1 dello Statuto? Direi proprio di no, anzi sarebbe passibile di provvedimento d’espulsione dallo stesso.
Salvini si è da subito elevato a paladino dell’italianità, sostenendo che l’Italia o si salva tutta (dalla crisi economica) o non ci sarà speranza per nessuno, e chiede un ritorno alla lira in barba all’euro. Semplificando, l’attuale leader della Lega Nord per l’Indipendenza della Padania si batte affinché ci si affratelli in un sol abbraccio Nord, Centro e Sud Italia, facendo a cazzotti con i Paesi della Mitteleuropa…una cosa mai sentita prima in trent’anni di politica leghista!
Nessun partito indipendentista d’Europa cerca di allontanarsi dall’Europa politica per abbracciare il proprio centralismo nazionalista; sbagliano scozzesi, catalani, baschi, bretoni, corsi, fiamminghi, o sbaglia l’attuale leader leghista ad aver trasformato un partito autonomista-indipendentista in un partito di estrema destra nazionalista?!
A essere coerenti con lo Statuto e farlo rispettare, Salvini sarebbe da espellere dal partito medesimo per violazione proprio dell’art. 1, quello più importante, quello che definisce il partito nella sua “ragione sociale” e nella sua essenza politica ma, tranquilli, come nella migliori commedie all’italiana nessuno oserà tanto nel partito.
Nessuno oserà mettere in dubbio l’azione mediatica del “capitano” (sì perché, da tifoso milanista, l’utilizzo della metafora calcistica crea affinità con la base politica e con l’elettorato…dal capo o senatùr, al capitano), la quale, miracolosamente, si sta anche materializzando sottoforma di consenso elettorale “virtuale”, in quanto per ora solo valorizzato numericamente da sondaggi. Ma, attenzione, non ancora concretizzato da un vero e tangibile voto politico; non sono così infrequenti i casi di delusione da urne aperte dopo che i sondaggi davano una certa compagine politica ad altri livelli di preferenze elettorali.
Tuttavia quel che è più importante sottolineare è cosa resta della Lega Nord, qual è il senso della sua esistenza ora che persegue un’azione politica che contrasta con la sua stessa ragione sociale, l’indipendenza della Padania, e in palese e smaccata violazione dell’art.1 del proprio Statuto?
Salvini più che “il capitano” sembra “il liquidatore fallimentare” della Lega Nord per l’indipendenza della Padania, non risultando in nessun intervento pubblico o mass-mediatico alcun riferimento né al concetto di Padania, né di indipendenza, ma neppure di federalismo. In ciò si può proprio dire che sia stato il degno prosecutore di quell’opera di demolizione dell’essenza del partito che ebbe una svolta senza ritorno in Roberto Maroni, quando da segretario Federale della Lega Nord sostituì al concetto identitario etnico-territoriale di Padania, quello di un punto cardinale, con lo slogan “prima il Nord” buono per la vendita di prodotti da supermercato.
Vero è che la crisi della Lega Nord viene da più lontano, dagli innumerevoli fallimenti negli obiettivi prefissati, il primo nel lontano 1996 quando si prefisse la secessione dall’Italia da completare entro l’anno successivo (1997)…ma nulla accadde. Successe invece che nel 2001 ci fu l’alleanza con il nemico giurato di qualche anno prima, Silvio Berlusconi e la sua Forza Italia, con la prospettiva di giungere alla Devolution, una devoluzione di poteri dal centro alla periferia, sullo stampo di quanto si stava facendo in Scozia. Solo che lì l’hanno raggiunta in meno di una legislatura e nel corso degli anni a seguire hanno ottenuto ulteriori traguardi sino a giocarsi una consultazione per l’indipendenza della propria nazione dalla Gran Bretagna lo scorso anno; mentre qui nulla accadde, anzi il centralismo ne uscì rafforzato anche per le inchieste giudiziarie che negli ultimi anni hanno terremotato la quasi totalità dei consigli regionali a causa della loro propensione allo sperpero di denaro pubblico per uso prettamente privatistico.
Alla luce di quanto detto, si può ben concordare nel vedere e definire Matteo Salvini non già “il capitano”, bensì “il liquidatore”, per giunta fallimentare, di un partito che da giuste rivendicazioni e oneste documentazioni in merito alla spoliazione del Nord operata dai partiti politici della Prima Repubblica, è giunto a negare sé stesso per trasformarsi in un partito di estrema destra, nazionalista, disprezzando e annichilendo le identità territoriali nel nome di un’unica identità nazionale, quella italiana. Dalla valorizzazione degli scritti e della storia di Carlo Cattaneo e di Gianfranco Miglio, si è approdati alla fascinazione per la figura del Duce!
Urge fermare l’agonia di questo partito che, al di là di voti e consensi a oggi virtuali perché presenti solo nei sondaggi, ha smarrito irrimediabilmente la sua essenza territoriale e culturale, è un prodotto che il televenditore Salvini sa piazzare bene nelle case degli italiani ma che, una volta aperto, è pieno solo delle sue vuote chiacchiere, senz’anima e senza una visione della società.


Locatelli Roberto

Tratto da IL SUSSIDIARIO.NET del 15/03/2015
http://www.ilsussidiario.net/News/Politica/2015/3/15/IL-CASO-Salvini-da-espellere-lo-dice-lo-Statuto-della-Lega/590350/

sabato 7 marzo 2015

GIORNATA DEI GIUSTI - LA LIBERTA' CAPACE DI SALVARE IL MONDO INTERO

Il 6 marzo è una data che ogni cittadino europeo dovrebbe segnare sul calendario con un pennarello rosso, una data da stampare nella propria memoria, una giornata da vivere con partecipazione civica e orgoglio, sì perché nell’Europa della finanza, della tecnocrazia e delle lobbies affaristico-massoniche costruita negli ultimi due decenni, c’è stato anche spazio per ricordare e valorizzare qualcosa di autenticamente umano, di autenticamente europeo: la Giornata europea dei Giusti.
Tutto ha inizio anni fa, in Italia, quando fu fondata nel 1999 a Milano l’associazione no-profit “Gariwo, la Foresta dei Giusti” (acronimo di Gardens of the Righteous Worldwide) da Gabriele Nissim, Pietro Kuciukian, Ulianova Radice e Anna Maria Samuelli, con lo scopo di accrescere e approfondire la conoscenza e l'interesse verso le figure e le storie dei Giusti con iniziative pubbliche, avvalendosi dell'uso dei mezzi di comunicazione, del sito internet e dei social network, oltre a creare Giardini di Giusti nel mondo.
Anni dopo, nel 2012, fu portato all’attenzione dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa un appello firmato da un centinaio di eminenti personalità della cultura italiane, europee e mondiali sotto l’egida dell’associazione Gariwo, affinché fosse istituita una giornata dedicata alla memoria dei Giusti.
La Dichiarazione Scritta n.3/2012 venne presentata il 16 gennaio 2012 dai deputati Gabriele Albertini, Lena Kolarska-BobinskaNiccolò RinaldiDavid-Maria Sassoli e definisce così le finalità della Giornata europea dei Giusti:
« Il Parlamento europeo,
– visto l'articolo 123 del suo regolamento,
A. richiamando il grande significato morale del Giardino dei Giusti di Gerusalemme, istituito dal compianto Moshe Bejski per rendere omaggio a coloro che hanno aiutato gli ebrei durante l'Olocausto;
B. ricordando le istituzioni che hanno onorato le persone che hanno salvato vite umane nel corso di tutti i genocidi e omicidi di massa (come ad esempio quelli di cui sono stati vittime armeni, bosniaci, cambogiani e ruandesi) e degli altri crimini contro l'umanità commessi nel ventesimo e ventunesimo secolo;
C. rammentando tutti coloro che hanno salvaguardato la dignità umana durante i periodi totalitari del nazismo e del comunismo;
D. considerando che il ricordo del bene è fondamentale nel processo dell'integrazione europea, perché insegna alle generazioni più giovani che chiunque può decidere di aiutare gli altri esseri umani e di difendere la dignità umana, e che le istituzioni pubbliche hanno il dovere di rimarcare l'esempio rappresentato dalle persone che sono riuscite a proteggere coloro che hanno subito persecuzioni fondate sull'odio;
1. appoggia l'invito rivolto da eminenti cittadini a istituire la Giornata europea in memoria dei Giusti per commemorare, il 6 marzo, coloro che si sono opposti con responsabilità individuale ai crimini contro l'umanità e ai totalitarismi;
2. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente dichiarazione, con l'indicazione dei nomi dei firmatari, all'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Commissione, al Consiglio e ai parlamenti degli Stati membri.»
La Giornata europea dei Giusti fu approvata dal Parlamento europeo il 10 maggio 2012 e venne fissata la giornata del 6 marzo in onore di Moshe Bejski, artefice a Gerusalemme della Commissione dei Giusti per la Shoah di Yad Vashem, come ricorrenza annuale per ricordare quanti si sono impegnati a soccorrere i perseguitati durante i genocidi, a difendere la dignità umana calpestata nei sistemi totalitari, a testimoniare la verità per non dimenticare.
L’esempio dei Giusti diventa così un patrimonio dell’Europa e dell’umanità intera, e ci permette di capire quante e quali risorse morali l’uomo abbia in sé anche nelle situazioni più drammatiche, se solo ascolta il proprio cuore e la propria coscienza: è capace di donarsi totalmente, di sacrificare la propria vita per l’altro da sé gratuitamente, senza cercare visibilità mediatica, né ricompensa economica ma solo un “grazie” dal profondo del cuore della scampata vittima sacrificale.
Il primo Giardino dei Giusti, sorto a Gerusalemme nel 1962 presso il Mausoleo di Yad Vashem, ricorda i Giusti non ebrei che hanno contribuito con opere meritorie a salvare la vita agli ebrei durante la Shoah; Gariwo ha esteso il concetto di Giusto a tutti coloro che si sono opposti con responsabilità individuale ai crimini contro l'umanità e a tutti i totalitarismi.
A tal scopo sono stati creati dei giardini in cui vengono piantumati alberi in omaggio e in ricordo non solo di coloro che hanno aiutato gli ebrei durante l'Olocausto ma anche di chi ha salvato vite umane nel corso di tutti i genocidi e omicidi di massa (come quelli armeno, bosniaco, cambogiano, ruandese), oltre ad altri crimini contro l'umanità commessi nel XX e XXI secolo, ma anche di coloro che hanno salvaguardato la dignità umana durante i regimi totalitari del nazismo e del comunismo.
Oggi, in Italia, esistono diversi Giardini dei Giusti che meritano di essere visitati, il più rinomato è sicuramente quello di Milano, inaugurato il 24 gennaio 2003.
A chi volesse avere più informazioni in merito, consigliamo il sito www.gariwo.net


Locatelli Roberto

Tratto IL SUSSIDIARIO.NET del 6 marzo 2015http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2015/3/6/GIORNATA-DEI-GIUSTI-La-liberta-capace-di-salvare-il-mondo-intero/print/586187/