"Il patriottismo è l'ultimo rifugio dei mascalzoni"
Samuel Johnson


domenica 25 gennaio 2015

IL SELFIE E GLI SBADIGLI DI RENZI SONO DAVVERO IL NUOVO CHE AVANZA?

In  questo clima di paura e tensione che pervade l’Europa a seguito dall’attentato terroristico di Parigi, serviva proprio la presenza distensiva dell’Italia con il suo politico di punta, il Premier Matteo Renzi.
Le classi politiche europee tirano un sospiro di sollievo e possono finalmente tornare a sorridere e a divertirsi dopo gli anni della grigia presenza austera di Mario Monti e di quella dignitosa e “british” di Enrico Letta, si è tornati ai fasti del recente passato, quando l’allora Premier Berlusconi divertiva l’Europa politica con i suoi comportamenti e i suoi atteggiamenti adolescenziali fuori tempo massimo, passando da un “cucù” alla Merkel, alle corna durante una foto di rito con i capi di Stato, dalla reprimenda della Regina Elisabetta per il suo esuberante vociare alla ricerca delle attenzioni di Obama, sino alla telefonata fiume che ha lasciato in attesa per circa mezz’ora Angela Merkel ad un consesso europeo.
E proprio recuperando tale scena così si è comportato il “figlioccio politico” di Berlusconi, quel Matteo Renzi che ha già fatto dimenticare l’illustre nostro vecchio ex-Presidente, inanellando una serie di gaffe e comportamenti puerili che hanno divertito i politici europei, increduli nell’aver trovato, nuovamente in Italia, il giullare di corte.
In occasione della conferenza stampa congiunta del Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, e del Premier italiano Matteo Renzi all'indomani della chiusura del semestre europeo a guida italiana, il politico tedesco è costretto a subire la commedia all’italiana di Renzi che dapprima lo ha fatto attendere a lungo in quanto impegnato in una non precisata telefonata, poi mentre si recavano, in ritardo, alla conferenza stampa, si è ulteriormente attardato coinvolgendo Schulz a fare unselfie” con una scolaresca italiana, per poi, in conferenza stampa, atteggiarsi tra sbadigli e messaggini sullo smartphone alle spalle del collega tedesco!
Una disfatta per l’immagine  politica dell’Italia, che all’estero mostra sempre il peggio di sé e di questo all’estero ringraziano perché oltre che a divertirsi, possono continuare a coltivare l’immagine di un Paese abitato da furbastri, saltimbanchi e buffoni, che a seconda dei casi possono essere simpatici o loschi.
Sembra lontana un’era geologica quando all’estero ci rappresentavano Einaudi, De Gasperi, Moro, Pertini e Berlinguer, gente colta, asciutta, dignitosa, ora ci ammaliano i chiacchieroni e coloro che sanno lisciare il pelo degli elettori italiani per il verso giusto, ed ecco che da Berlusconi a Renzi, la continuità è servita, anzi, meglio ancora perché con l’ultima performance l’allievo ha superato il maestro, Renzi sta a Berlusconi, come Giotto a Cimabue. E’ la solita commedia allitaliana.

Roberto Locatelli

Tratto da IL SUSSIDIARIO.NET del 25/01/15
http://www.ilsussidiario.net/News/Politica/2015/1/25/SPILLO-2-Il-selfie-e-gli-sbadigli-di-Renzi-sono-davvero-il-nuovo-che-avanza-/573831/

mercoledì 14 gennaio 2015

LACREME NAPULITANE DI FINE DANNO

E così ci siamo lasciati alle spalle anche il 2014, chiuso in bellezza con il consueto discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, nella fattispecie Re Giorgio Napolitano, il quale, fra le varie cose dette, ha comunicato l’imminente decisione di porre termine al suo settennato presidenziale che, solo per lui, si è protratto sino ad una durata di nove anni.
Inoltre, come di consueto anche negli anni passiti, ha sparso fiducia a piene mani per l’anno 2015, attingendo l’ottimismo nel passato Risorgimentale, nel Secondo Dopoguerra e nella consueta retorica patriottarda legata alla cultura e al genio italiano. Che può anche essere vero, ma è difficile trarre positività per il futuro da aspetti pressoché aleatori, dal sapore fideistico, quando la realtà presenta una rudezza, una viltà e un marciume senza precedenti. La solita retorica sparsa per ammansire e addolcire il popolo bue, di più, i sudditi.
Ma non è tutto, infatti il giorno precedente, il 30 dicembre, si è svolta la conferenza stampa di fine anno del Premier Matteo Renzi il quale, da fuoriclasse della “supercazzola”, ha millantato risultati politici inesistenti (crescita? occupazione? fisco? burocrazia? riforme istituzionali? giustizia sociale?) e distribuito ai fedeli il suo verbo, un mix di pubblicità regresso e “New Deal” in salsa toscana, riassumibile nell’assoluto primato delle chiacchiere sulla politica.
L’incontro di questi due personaggi, Napolitano e Renzi, ha fatto del 2014 un anno difficile da dimenticare per l’inarrivabile bassezza della qualità della politica e della democrazia in Italia. L’incontro tra il “monitismo” interventista di Napolitano e l’”annuncite” renziana ha avuto effetti detonanti sul già precario equilibrio delle istituzioni democratiche italiane, con il completo annullamento del Parlamento piegato ai loro voleri e ai loro diktat, e un’informazione politica prona a veicolare tweet e slide come leggi e azioni politiche già fatte, finite e operative.
L’annuncite renziana ha persino partorito il nuovo slogan per il 2015: ritmo! E si spera che con ciò non si faccia riferimento all’utilitaria FIAT degli anni ’70-’80! Và bene risollevare il morale degli italiani pescando nel glorioso passato italico tanto invocato da Napolitano, ma c’è sicuramente di meglio.
Tornando a Giorgio Napolitano, giova ricordare che è in politica dal 1953, che nel 1956 non prese le distanze dall’invasione di Budapest da parte dei carri armati sovietici, che si oppose alla politica della “questione morale” di Berlinguer per non guastare i rapporti col PSI e che, da Presidente della Repubblica dal 2006, rieletto nel 2013 (caso unico nella storia della Repubblica italiana!), non invocò altro che una politica delle grandi intese tra le forze politiche, in spregio a quella dell’alternanza che con il sistema maggioritario gli italiani decisero di volere dopo consultazione referendaria nel periodo post-tangentopoli.
Tante sono le vicende che lo hanno riguardato, la sua ingerenza in merito all’inchiesta sulla “trattativa Stato-Mafia” è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, portando i media a definire il suo ruolo e il suo agire non più quello di Presidente di una Repubblica parlamentare con prerogative ben definite dalla Costituzione, bensì quello di un Re, un monarca investito talvolta di poteri assoluti, tanto da ricercare e decidere coalizioni di governo, composizione del Consiglio dei Ministri, e bacchettare duramente a suon di moniti i suoi ignoranti e immondi detrattori.
Ora che il settennato di nove anni giunge al desìo, rimaniamo smarriti, increduli e angosciati all’idea di non poterci abbeverare alla saggezza e alla sapienza del “monito quotidiano”, e non resta che dolerci di questo tristo destino asciugando le copiose lacrime che ci solcano il viso.
Sono lacrime benedette, sono “lacreme napulitane”, sgorgate spontanee dopo il discorso di fine danno (…non è un errore di battitura!).


Roberto Locatelli

Tratto da "MZ Il Giornale del Ribelle" del 14/01/2014
http://www.giornaledelribelle.com/