"Il patriottismo è l'ultimo rifugio dei mascalzoni"
Samuel Johnson


sabato 28 settembre 2013

CORTIGIANI 2.0

Dopo due mesi di tira e molla sul da farsi a seguito della condanna definitiva per frode fiscale sancita dalla Corte di Cassazione per "l'utilizzatore finale" Silvio Berlusconi, ecco che siamo giunti allo scontato finale della telenovela all'italiana: le dimissioni dei ministri del fu-PdL con conseguente crisi di governo.
Non c'era altro sbocco che questo, alla luce del fatto che i parlamentari eletti negli ultimi vent'anni nelle file di Forza Italia prima e PdL poi, altri non sono che proprietà privata di Berlusconi, voluti, scelti e, grazie alla vergognosa legge elettorale "porcellum", nominati dall'utilizzatore finale al solo scopo di difendere e tutelare gli interessi economici delle sue aziende, e farsi scudi-umani contro le innumerevoli inchieste che da più parti lo possano interessare e minacciare.
L'estate appena trascorsa è stata ancora esemplificativa di come gli aderenti a questo partito padronale e privatistico, ma lautamente pagati dal popolo italiano, siano totalmente disinteressati ai problemi del Paese, problemi tra l'altro che loro hanno di molto contribuito a ingigantire e aggravare, per fare a gara nei salotti mediatici di stampa, tv e radio, al fine di ridicolizzarsi pur di difendere il proprio padrone e garantirsi così un prosieguo di seduta sulle comode poltrone parlamentari per una ancora più comoda vita in politica all'insegna di una indecorosa cortigianeria messa a libro paga dei contribuenti!
La litania dei "garantisti" secondo la quale "non si è colpevoli sino a condanna stabilita dalla Cassazione", ha lasciato il passo ai patetici e ridicoli assiomi secondo i quali dietro la condanna a Berlusconi ci sarebbe la "persecuzione giudiziaria delle toghe rosse", oppure "con questa sentenza è in pericolo la democrazia", o ancora "fermiamoci a riflettere, troviamo una soluzione politica", come se periodicamente la classe politica e Berlusconi in particolare, avesse bisogno di vedersi indultate e amnistiate le proprie malefatte, per resettarle e ripartire daccapo come vergini fanciulle all'altare.
In realtà fino a che questo personaggio avrà attorno a sé consapevoli e acefali cortigiani sarà impossibile poter porre rimedio alla drammatica situazione di un Paese che sta colando a picco mentre la banda, dei politici, continua a suonare allegramente per le gioie del suo padrone, un Paese che si vede umiliato e impotente di fronte a cotanta indifferenza e noncuranza riguardo le proprie sofferenze, i propri sacrifici, le proprie dimenticate tribolazioni quotidiane.
Lorsignori si stringono a corte, sempre più stretti per toccare, strattonare, farsi notare dal loro padrone che, benevolo com'è un giorno si potrà così ricordare di loro, ma non un giorno qualsiasi, quello della compilazione delle liste elettorali, perché 15mila euro al mese più benefit val bene per rendersi ridicoli. Sono i nuovi "cortigiani 2.0".

Roberto Locatelli






 

mercoledì 18 settembre 2013

PRESENTAZIONE LIBRO A BRESCIA


SABATO 18 SETTEMBRE P.V. alle ore 18,00
 
presso la LIBRERIA FELTRINELLI

in CORSO ZANARDELLI N.3 a BRESCIA

presenterò il mio libro dal titolo

"NON E' UN PAESE PER GIOVANI.
RIFLESSIONI E PROPOSTE PER LA POLITICA ITALIANA"
 
 
 
 
Vi aspetto!
 
 
 

sabato 7 settembre 2013

PACIFINTI ALL'ARREMBAGGIO DELLA SIRIA

Ci risiamo, il malconcio, indebitato, amorale, decadente "mondo occidentale", capitanato dai soliti Stati Uniti d'America vuole aprire un nuovo fronte di scontro militare, la prossima vittima predestinata da mesi è la Siria.
Sembra ormai imminente un attacco-lampo che serva a fiaccare le forze dell'ex amico Assad, scoperto poi feroce e sanguinario dittatore, al fine di rovesciarlo e instaurare un regime fatto su misura degli USA e del mondo occidentale tutto.
A questo aberrante scenario di ennesima violenza si oppongono due figure che più lontane tra loro non potrebbero essere: Vladimir Putin e Papa Francesco.
Certamente le motivazioni contrarie al conflitto che muovono questi due personaggi sono tra loro differenti, per Putin si tratta di contrastare l'onnipotente imperialismo americano, in un gioco a scacchi di geopolitica tra le due ex-superpotenze mondiali, dove in palio c'è il prestigio e l'influenza nelle scelte che riguardano tematiche e fattori al di fuori dei loro confini territoriali e aventi per ciò stesso rilevanza mondiale.
Mentre per Papa Francesco si tratta di affermare una sacrosanta verità: che la guerra porta solo orrori e distruzioni, nell'animo delle persone prima ancora che materiali, ed evitare che ciò accada deve essere un imperativo per ciascun leader politico e ogni persona in particolare.
Ma "la pace" è certamente tra i valori più stuprati negli ultimi anni dai leader dei Paesi Occidentali, dalla Serbia al Kosovo, dall'Afghanistan all'Iraq, passando per la recente intromissione agli affari interni della Libia, l'interesse mostrato è solo quello di far rientrare quel territorio nella propria sfera d'influenza geopolitica, sfruttarne le risorse e stabilire un proprio primato "morale" mondiale.
Sì, perché mentre si bombardano villaggi, scuole, ospedali, strade, ponti, acquedotti, si sparge orrore e distruzione tra la popolazione civile, si rovinano famiglie togliendo loro padri, madri, figli, nonni, zii, cugini, intromettendosi violentemente in un tipo di vita che potrà anche sembrare aliena rispetto ai nostri occhi, ma che tuttavia non ci dà il diritto di toglierla a chicchessia.
Ma con estrema "premura" sono già pronti all'uopo le alte motivazioni a tutto questo interventismo militare: la difesa dei "diritti civili" e della democrazia.
Sono i due grimaldelli con i quali il mondo occidentale giustifica i propri sanguinari interventi militari, dimentichi del fatto che il mondo è abbastanza grande per contenere tutte le diversità possibili e immaginabili, di religione, di cultura, di usi e costumi; pensare e agire nel senso di applicare le nostre formule sociali, culturali e politiche al mondo intero sono un esercizio di arroganza senza attenuanti!
E mentre si prepara l'ennesima carneficina "made in occidente" di civili inermi con aerei comandati a distanza per limitare il più possibile il numero dei propri soldati deceduti al fine di non urtare la propria opinione pubblica, la macchina della propaganda è già al lavoro: "Assad affama e tiranneggia sulla propria popolazione e noi (occidentali) non possiamo rimanere inermi a guardare, dobbiamo agire".
Fa niente se fino a poche settimane fa tutto l'Occidente faceva affari d'oro con la Siria, Italia in testa per il rifornimento di armi, ora deve essere eliminato, destituito, perché così vogliono i padroni del mondo e i loro lacchè!
Ma la cosa più stucchevole è tutto questo è portato avanti dal Presidente Usa, Barack Hussein Obama, primo presidente "di colore" della storia americana, insignito in maniera del tutto immotivata del Premio Nobel per la pace, ma che non ha mai agito in tal senso nella sua carica presidenziale, dall'Iraq all'Afghanistan, passando per Guantanamo, sino alla Libia; non è riuscito a porre termine a nessuno dei teatri di scontro nei quali si è cimentata l'America di Bush, anzi, ne ha aumentata la presenza e l'impegno, aprendo altri fronti (Libia) e non chiudendo la controversa base di Guantanamo.
Se guardiamo nel nostro piccolo orticello italico non possiamo non prendere in considerazione  nostro malgrado l'attuale ministro della Difesa, il ciellino Mario Mauro, colui che solo poche settimane fa in occasione del voto parlamentare per l'acquisto degli F35 si cimentò in una dichiarazione da non senso logico: "per amare la pace, armare la pace".
Non intendo addentrarmi nei meandri delle sinapsi del succitato ministro per scoprire da dove scaturisce una siffatta sciocchezza, né cercherò di decrittarla, penso che abbia semplicemente cercato di motivare un'assurda ingente spesa economica e un'incomprensibile acquisto che altri Paesi hanno rifiutato perché trattasi di prodotto quantomeno non ottimale nelle sue peculiarità tecniche.
Ma ciò che urta è che un esponente di un movimento cattolico come CL da un lato si prodighi per l'approvvigionamento di mezzi militari sofisticati, dall'altra si genufletta in preghiera e faccia dieta in ossequio alle parole e all'iniziativa del sommo Pontefice per la pace in Siria
La pace intesa da Papa Francesco non presuppone armi, ma la fermezza delle idee e della fede!
 
Locatelli Roberto