"Il patriottismo è l'ultimo rifugio dei mascalzoni"
Samuel Johnson


lunedì 11 febbraio 2013

Giannino rimpicciolisce Berlusconi

Negli ultimi giorni di campagna elettorale Berlusconi si è lanciato in continui attacchi rivolti a Oscar Giannino, candidato del movimento "Fare per Fermare il Declino", immediatamente seguito a ruota dai suoi lacchè e trombettieri di partito e dei suoi giornali.
La tesi sostenuta è che Giannino intercetta voti da parte di un elettorato "moderato" senza tuttavia avere ambizione nè possibilità di vittoria alcuna, ma risultando determinante per la sconfitta del centro-destra di Berlusconi e la vittoria del centro-sinistra di Bersani.
Una tesi imbarazzante sia da proporre che da sostenere a gran voce scimiottando il gran sultano di Arcore. Gli elettori, moderati o meno che siano, non sono di proprietà di chicchessia, scelgono sulla base della proposta politica offerta, delle proprie idee, delle proprie sensibilità, valutando la credibilità del candidato-premier e della sua compagine di candidati, dei programmi e, perchè no, anche della propria convenienza.
Il fatto che Giannino peschi in un elettorato "moderato" non è affatto certo, anzi, direi che è proprio indifferente ai fini della disamina della tesi di Berlusconi e dei suoi lacchè, in quanto chiunque è libero di presentarsi alle elezioni, proporsi e proporre la sua compagine di candidati, proporre il suo programma e le sue idee.
Un elettore, se non avesse l'offerta di Giannino (ma lo stesso vale per Ingroia e Grillo), probabilmente non voterebbe nè per Berlusconi, nè per Bersani, nè per Monti, semplicemente non voterebbe, perchè non degni o meritevoli di credibilità.
Sostenere che votando i piccoli partiti si disperdono voti per niente, magari facendo vincere il centro-sinistra, è intellettualmente insostenibile, oltrechè puerile, un vero candidato non elimina nè deride nè sminuisce gli altri competitori, ma ne accetta la presenza e ne fa un elemento di stimolo e pungolo per la propria campagna elettorale, cercando di essere credibile come persona e come proposte politiche, accettando gli altri con la stessa dignità con la quale si presenta lui e accettando le scelte degli elettori. I continui rimandi alle elezioni americane, dove si sfidano due grandi partiti, quello repubblicano e quello democratico, non tengono conto di diversi fattori: Usa e Italia hanno due storie politiche differenti; negli Usa certi comportamenti privati e pubblici dei politici ne decretano come minimo la fine della carriera politica, se non il carcere; inoltre si omette di dire che anche negli Usa i "piccoli" ci sono, come il partito Libertario e, da ultimo, il movimento del Tea Party, e nessuno cerca di delegittimarne la loro presenza o sminuirne il peso elettorale!
Le piccole compagini sono da sempre delle spine nel fianco dei grandi partiti, pungolano quest'ultimi su tematiche che altrimenti verrebbero taciute o dimenticate, fungono da vigili sentinelle dell'operato dei grandi partiti, e denunciano abusi e malcostumi sempre presenti da parte di chi si sente onnipotente e intoccabile perchè vincitore.
Ciò detto, io credo che l'astio di Berlusconi verso Giannino non stia tanto e solo nella percentuale di consenso elettorale raggiunto da quest'ultimo, bensì in un qualcosa di più profondo e lacerante: la credibilità!
Giannino è credibile, oltre che molto preparato, o forse in quanto preparato è anche credibile agli elettori, per questo lo votano!
Berlusconi sa che può avere la meglio sia con Bersani che con Ingroia, il primo lo batterebbe grazie all'immagine, alle promesse, alle incredibili bugie in grado di far sognare la gente, mentre il secondo con il mai sopito "giustizialismo" al quale contrapporre il suo ecumenico "garantismo".
Ma con altri competitori soffre tremendamente, Grillo lo mette in difficoltà perchè ha più veemenza, forza scenica, capacità oratoria, ma comunque la possibilità di una sfida faccia a faccia in tv è scongiurata dal fatto che Grillo utilizza web e piazze, mentre in tv non accetta di presenziare a nessun talk show politico. Monti lo soffre perchè, sarà pure un uomo-spread, un tax-man, tuttavia gode di più credibilità di Berlusconi e gli sa tenere testa in quanto a battute e freddure, tuttavia il cavaliere può sempre giocare la carta del fatto di avere lavorato prima di fare politica, di aver fatto l'imprenditore, mentre Monti ha sempre ricoperto incarichi e ruoli nel pubblico impiego.
Proprio quello che con Oscar Giannino non gli riesce, quest'ultimo, allo stesso modo di Monti, è più credibile come persona di Berlusconi, è più credibile come politico liberale, ed è un eclettico del mondo del lavoro essendo stato politico, imprenditore libero professionista e giornalista. E' grintoso e preparato, ha dialettica ed arte oratoria, sa rispondere con sarcasmo e freddure all'occorrenza, ed ha una squadra di candidati preparati provenienti dalla società civile, sostenuto da un progetto serio frutto delle idee e del lavoro di professionisti di altissimo livello internazionale.
Per Berlusconi non ci sono slogan o promesse elettorali che possano attecchire l'elettorato presunto "moderato" di Giannino, perchè non ha credibilità alcuna da qualsivoglia parte lo si guardi che possa anche solo scalfire il candidato di "Fare per Fermare il Declino"!
L'elettorato, moderato o meno che sia, non è di proprietà di nessuno a prescindere, Giannino merita rispetto e ammirazione per il lavoro che sta svolgendo in questa campagna elettorale; a Berlusconi, pavido al cospetto di persone preparate e con la schiena dritta, non resta che inveire in maniera scomposta all'elettorato rubato, come nei Malavoglia  : "roba mia, vieni via con me!"
 
 
Roberto
 
 
 

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